Piccolo gran
varietà |
di Carmelo La Carrubba |
Parecchi
anni fa Antonio Calende mise in scena uno spettacolo sul varietà con
protagonisti due dei fratelli Maggio Rosalia e Beniamino incentrato
sulla vita degli artisti di quel genere alla stessa maniera di quanto
aveva fatto il cinema con “Luci del varietà” ma uno spettacolo che ne
riassumesse la storia dei primi del 900 sino agli anni 60 non era stato
concepito; oggi è la splendida realtà del nuovo spazio teatrale che è il
Teatro Brancati.
Questo spettacolo voluto da Tuccio Musumeci che ne ricorda
autobiograficamente gli esordi della sua carriera è una rievocazione del
varietà come spettacolo di arte varia che nato tra l’ottocento e il
novecento ricorda la stagione della “Belle Epoque” in cui una borghesia
ricca era in cerca di evasioni. E il teatro fu allora lo spazio che
accolse queste manifestazioni d’arte: dal Cafè Chantan con pubblico e
artisti che costituivano un mondo fatto di lustrini e paielletes, di
balli, di canzoni dove i fantasisti e i comici mettevano alla berlina
vizi e difetti di generazioni che si susseguivano fra la prima e la
seconda guerra mondiale.
Lo spettacolo “Piccolo grande varietà” che è un punto di forza della
stagione teatrale al Brancati continua ad essere ripreso per la grande
richiesta del pubblico ed è in scena in questi giorni avvalendosi della
grande arte comica di Tuccio Musumeci che ebbe gli inizi
nell’avanspettacolo però dopo ebbe “studi regolari” alla “Scuola d’Arte
drammatica” dello Stabile catanese dove è diventato uno dei grandi
attori della scena italiana.
Va detto che lo spettacolo in questa sua rivisitazione si serve di
musiche e canzoni rese famose dal tempo per la popolarità che hanno
acquisito e che tutt’ora sono presenti nella mente di molti; e mantiene
una grande armonia e un raro equilibrio fra i vari periodi storici, le
musiche e le parti recitative. Inoltre la magistrale regia di Mario
Sangani ha eliminato ogni minima pausa fra un quadro e l’altro dello
spettacolo attraverso la scena funzionante di Carmelo Miano, ha dettato
tempi scenici incalzanti in sintonia con quelli comici degli sketch e
dei balletti ben amalgamati dal narratore-presentatore, l’attore
Emanuele Puglia, riuscendo a creare un meccanismo teatrale funzionante e
perfetto come un orologio.
Maldacea, Petrolini, i fratelli De Rege, Totò, Macario, Taranto, Sordi,
la Osiris sono i nomi che ricorrono ma l’interprete protagonista è
Tuccio Musumeci del comico possiede la tempestività della battuta nonché
i tempi comici per scatenare la risata ben coadiuvato da Enrico Manna,
Claudio Musumeci e Salvo Scuderi. Un peso non indifferente nello
spettacolo è sostenuto dalla componente musicale del maestro Nino
Lombardo e la sua orchestra che suona dal vivo, dal canto di tre
notevoli artisti e e dal balletto di “Piccolo grande varietà” che si
avvale delle coreografie di Carmelita Mazza. Oltre l’incisiva
spettacolarità del balletto rifulge il bel canto del tenore Edoardo
Guarnera, del soprano Cosetta Gigli e dell’attrice e cantante napoletana
Rosa Miranda; essi attraverso le loro canzoni fanno rivivere il fascino
di un’epoca, la malizia di ballerine e sciantose, i ritmi travolgenti
del musical americano ma soprattutto l’incanto delle canzoni d’epoca che
rievocano l’allure del tempo andato.
Pubblico divertito e plaudente durante e alla fine del divertente
spettacolo.