L'incidente
di Carmelo La Carrubba


Nella difficile arte di far ridere Tuccio Musumeci si muove con la spontaneità del comico di razza che in ogni situazione trova la battuta e la gag per scatenare – anche su o in situazioni serie – nel pubblico la risata liberatoria. E’ quanto avviene nello spettacolo “L’incidente” (1966), testo di Luigi Lunari, che ha aperto la stagione teatrale al teatro Brancati di Catania con protagonista uno strepitoso Tuccio Musumeci. Il testo dello spettacolo nacque ispirandosi alla pièce “Die Rose” (“Le mutande”) del tedesco Carl Sternheim e si basa sul meccanismo dell’equivoco e del fraintendimento per mettere a nudo, in particolari situazioni, le debolezze e le ipocrisie delle persone.

L’antefatto è costituito dalla perdita delle mutande – per rottura dell’elastico – da parte della procace moglie del ragioniere Martelli, una particolare figura di arrivista, mentre si inaugura la filiale di una banca dove il marito svolge il suo lavoro. E per quanto l’imbarazzante incidente duri pochi minuti e la signora faccia sparire con eleganza l’impertinente oggetto, non c’è chi dei presenti non abbia assistito all’accaduto che per motivi diversi scatena fantasie erotiche negli uomini, facili innamoramenti, giudizi severi da parte delle altre donne.

 

 Il ragioniere Martelli interpretato dal Musumeci, suo malgrado si trova a dover gestire l’accaduto difendendo il buon nome della moglie, divenuto di colpo l’oggetto del desiderio di tutti e la necessità di non compromettere la sua carriera di bancario in un momento delicato perché in attesa di promozione. La trama è gracile ma l’ambiente in cui si svolge è quello dei bancari: oggi non c’è bisogno di grande fantasia per lo spettatore a rapportarlo all’attualità che ieri come oggi rappresenta – ripeto – i vizi e le debolezze degli uomini. E pur nell’apparente disincanto della commedia brillante congegnata per far ridere non c’è chi non avverta la presenza e l’attualità di fatti e avvenimenti che coinvolgono la Politica. Il grande merito della qualità dello spettacolo è da attribuire agli attori che hanno saputo delineare con efficacia i loro personaggi rappresentandoli a tutto tondo e di una regia che ha saputo dettare tempi scenici veloci per una fluidità di racconto che si svolge senza pause caratterizzando l’intera vicenda non come una farsa ma come una garbata satira borghese bonaria che – ripeto – dati i tempi ha poco di consolatorio.


Tuccio Musumeci che ha nella battuta pronta il suo punto di forza di una comicità esilarante ci ha restituito un dialetto siciliano indispensabile al suo lessico di comico e una capacità di delineare il personaggio del ragioniere Martelli nella sua meschinità che è dei grandi attori. Inoltre nelle gag ed in particolare in quella dove esplode la bombola del gas in cucina Egli appare come maschera pura in cui si è dissolto il personaggio e la comicità diventa surreale: di fronte all’uomo che si dibatte scosso dallo scoppio. Agostino Zumbo ha creato il personaggio del dottor Scotti in maniera efficace mettendo in luce il ruolo subalterno che ha in casa con la moglie – Carmela Buffa Calleo – presidentessa di una associazione umanitaria per la salvezza delle prostitute, e l’aspetto autoritario nei confronti del ragioniere Martelli fino al momento liberatorio quando nella “orgetta” con le prostitute si produce ululando una invalidante stiramento alla schiena mentre vuole essere Sandokan. Un impasto di drammaticità e comicità che sfocia in una caratterizzazione grottesca di grande resa.

Concita Vasquez è la procace moglie del ragioniere Martelli e la causa scatenante nonché motore dell’azione scenica di tutto il lavoro e il suo personaggio è gradevole, comico e riflessivo in quanto prende in mano la situazione e la porta a compimento. Guido Scotti è interpretato da Giovanni Santangelo e rappresenta il figlio del direttore della filiale e della presidentessa: un ruolo necessario al meccanismo comico della pièce. Marcello Per racchio è l’onorevole di turno, retorico e patriottarda alla bisogna, ipocrita ed opportunista è un vero prototipo di una stirpe in via di aumento. Da Carmela Buffa Calleo a Salvo Scuderi a Elisabetta Alma fino alle due escort Egle Doria, Natasha dei bastioni che è catanese del Fortino a Maria Rita Sgarlato, Mimosa, c’è tutta la rappresentaza di una società nei suoi vari aspetti e modi di essere. Pubblico divertito e plaudente di fronte ad uno spettacolo piacevole dove si può apprezzare l’arte di un grande comico come Tuccio Musumeci per cui chi si vuole fare quattro risate può arrivare fino a cinque e oltre.
 

 

Foto di Giuseppe Messina