Centomila, uno, nessuno |
di Carmelo La Carrubba |
Il
Piccolo Teatro della Città ha debuttato sabato 3 dicembre con lo
spettacolo “Centomila, uno, nessuno” (la curiosa storia di Luigi
Pirandello) adattamento e regia di Giuseppe Argirò e la sentita
interpretazione di Giuseppe Pambieri.
Primo spettacolo dei sette in
cartellone segna l’inizio di una stagione che apre con Pirandello e
chiude con “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini spettacolo
cult del Piccolo Teatro a cui auguriamo una splendida ripresa.
Una
scena nuda con un leggio, una poltrona, un divano e una foto di
Pirandello quarantenne presentano il personaggio e l’ambiente borghese
della sua autobiografia che inizia con la nascita ad Agrigento in
contrada “cavusu” cioè Kaos e si snoda lungo una infanzia con studi da
un precettore (i ricchi non frequentavano le scuole pubbliche, non si
confondevano col popolino), il suo amore giovanile che fu una cugina
di quattro anni più grande e l’amarezza di un figlio che scopre che il
padre ha per amante una parente che ha bisogno di aiuto. I suoi studi
universitari a Roma e poi a Bonn nonché le vicende economiche della
famiglia e i rapporti col padre; il suo matrimonio con Antonietta
Portulano che gli portò i soldi, tre figli e un rapporto matrimoniale
tormentato e infelice.
Il regista ed adattatore Argirò arricchisce
l’autobiografia di Pirandello con brani, brevi, delle sue opere :
“L’uomo dal fiore in bocca”, “Il berretto a sonagli”, “Il piacere
dell’onestà”, “I sei personaggi in cerca di autore” che costituiscono
il testo di questo spettacolo e senza aggiungere niente alla
conoscenza di Pirandello uomo e scrittore di teatro costituiscono il
nucleo narrativo affrontato con bravura da Giuseppe Pambieri che è
riuscito a creare non solo una ottima empatia con il pubblico ma
soprattutto la sua rilettura del Pirandello uomo e scrittore è stata
una lucida interpretazione che attraverso la parola, il gesto, il
linguaggio del corpo ha dato vita e significato a un uomo ed ad un
autore.
Perfette le pause e la scansione degli avvenimenti narrati
in cui Pambieri è ora Pirandello ora Ciampa o l’Uomo dal fiore in
bocca o altri personaggi con un linguaggio scenico suadente e molto
apprezzato dal pubblico per la durata dell’intero spettacolo in cui i
temi della morte, della follia, dell’amore sono di grande attualità
pur appartenendo al secolo passato, il Novecento, di cui Pirandello è
stato – con la valorizzazione dell’io – il grande scrittore che l’ha
caratterizzato.
Pubblico attento e partecipe ha applaudito durante
e alla fine dello spettacolo con calore e apprezzamento.