
Nella mia qualità di
Presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, sezione
provinciale di Catania, trasmetto il presente comunicato al fine
di denunciare il caso di un nostro associato affetto da Sclerosi
Multipla.
Privato del proprio
figlio, della propria famiglia, della propria abitazione,
insomma di una esistenza normale … solamente perché affetto da
Sclerosi Multipla.
Non si tratta di uno
slogan pubblicitario ma della vita di un uomo che a soli
quarantacinque anni, nel pieno della propria maturità personale
e professionale, si è visto crollare addosso il mondo che aveva
piano piano costruito. Ma andiamo con ordine.
Due anni addietro, ad un nostro associato viene diagnosticata la
Sclerosi Multipla. La sua vita, fino a quel momento, era basata
esclusivamente sulla famiglia: la moglie ed un figlio ancora
minorenne; sulla sua professione: da vent’anni portata avanti
con determinazione e fatica. Nonostante la diagnosi, il nostro
associato continua a svolgere pienamente tutte le sue attività
di uomo e di professionista, anche perché la patologia non l’ha
colpito in modo grave. La moglie, però, nonostante anni di
vita coniugale, decide di chiedere la separazione e
l’affidamento del minore.
Il nostro associato,
suo malgrado, accetta la richiesta di separazione ma chiede al
giudice l’affidamento congiunto del minore. Da quel momento ha
inizio il calvario. Un’ordinanza del Tribunale di Catania
depositata la scorsa settimana statuisce che il nostro associato
è idoneo ed abile al lavoro, tanto da dover corrispondere €
650,00 a titolo di mantenimento del minore, € 350,00 quale
contributo per il mantenimento della moglie, nonché il pagamento
del 50% delle somme necessarie per spese straordinarie, mediche
e scolastiche del figlio. Ma c’è di più. L’abitazione, di
proprietà esclusiva del nostro associato ed acquistata prima del
matrimonio, è assegnata alla moglie, insieme ovviamente ai
mobili ed a quant’altro all’interno.
La ciliegina sulla
torta viene "servita" dal rigetto della richiesta di affidamento
congiunto inoltrata dal nostro associato, in quanto questi "è
affetto da grave malattia (sclerosi multipla) che
potrebbe in punto di fatto, da un punto di vista
meramente pratico e materiale, rendere complicato
il regime dell’affidamento congiunto" (si riporta
testualmente dall’ordinanza). Come dire che un soggetto abile ed
idoneo al lavoro, tanto da dover e poter mantenere moglie e
figlio, oltre che se stesso naturalmente, capace di doversi
trasferire in un nuovo immobile, risulta, poi, non adatto per
l’affidamento congiunto di un ragazzino? Non si tratta di un
neonato ma di un fanciullo che tra poco compirà 12 anni.
Ma ciò che desta
stupore – ed anche sconvolge e disorienta – è il fatto che il
nostro associato si vede rigettare la propria legittima
richiesta contro ogni valido principio giuridico e morale.
Infatti, uno dei presupposti del rifiuto nasce dalla possibilità
– teorica e non dimostrabile – che la "grave malattia (per il
Giudice grave. Sic!) potrebbe rendere complicato l’affidamento".
Potrebbe!
E sulla base di una supposizione, non medica né scientifica, si
priva un uomo del proprio unico figlio? Il "potrebbe" è valido
per tutti noi esseri che veniamo definiti "sani". Tutti potremmo
ammalarci all’improvviso e non essere più in grado di badare ai
nostri figli. Il nostro associato, però, all’atto
dell’emanazione dell’ordinanza del Tribunale di Catania, oggi, è
ancora lontano dal "potrebbe". Quando questa spiacevole ipotesi
dovesse accadere – e se accadrà – allora sì che un giudice si
potrà permettere di privare il padre del proprio figlio minore,
nell’interesse di quest’ultimo. Ma non oggi. Intanto, per volere
della "giustizia" dovrà accontentarsi del solito diritto di
visita!
Si fa anche presente
che la Sclerosi Multipla ha vari stadi, da quelli gravi a quelli
più blandi. Ed il nostro associato ha dimostrato in corso di
causa, anche con l’audizione personale oltre che con la
documentazione medica, che il suo "stadio" non è affatto grave.
Purtroppo, in tale situazione gioca pure l’ignoranza sulla
patologia, e non solo quella di chi è chiamato a "giudicare", ma
dell’opinione pubblica. Per questo, l’Associazione Italiana
Sclerosi Multipla, sezione provinciale di Catania, ha intenzione
di appoggiare il proprio associato, di aiutarlo a far sentire la
sua voce, di sostenerlo non solo nell’affrontare la patologia ma
anche nel cercare di riavere suo figlio e la sua vita. Nel
nostro cammino, però, chiediamo anche agli organi di stampa di
fungere da valido strumento, corretto e leale, per dare
risonanza alla nostra azione. E non solo. Anche per far
conoscere a tutti cos’è la Sclerosi Multipla, quali sono le
conseguenze neurologiche della patologia, come si combatte e
come, invece, eventi spiacevoli ed illogici, come quello sopra
esposto, possano ledere ed aggravare notevolmente il soggetto
che, purtroppo, già è vittima di uno "strano" destino.
L’associazione, che mi
pregio di rappresentare, chiede che la presente lettera venga
pubblicata, nonché resta a disposizione dei giornalisti per
l’approfondimento del caso, per interviste e quant’altro possa
servire a divulgare l’evento e la stessa patologia.
Avv. Giampiero De Luca
Presidente AISM – sez. provinciale di Catania
Per informazioni:
Segreteria sede
provinciale AISM: Catania, Via Bronte 51/55, Tel. 095441488
Ufficio Stampa:
Consigliera Cristina Milazzo, 0957252331 – 3480317453,
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