LE EMERGENZE SERVONO

Catania torna ad essere terra di Santi

 

Le emergenze servono, ci vogliono. Non mi riferisco alla spazzatura di Napoli ma alle emergenze catanesi. Per capire che le emergenze servono basta notare l'improvvisa accelerazione impressa dall’Amministrazione Comunale alle azioni per reperire fondi, razionalizzare la spesa, fare economia.
C’è voluta l’“emergenza dissesto finanziario” - ma stavolta non quella denunciata dall’opposizione e subito tacciata di speculazione politica dai governanti (troppo spesso solo un gioco delle parti), ma quella vera, quella di cui si rende conto ogni cittadino a cui stanno a cuore le sorti di questa Catania- per far capire a chi governa la città che è ora di essere seri.
ra che le casse comunali sono veramente essere a secco, Catania ha ritrovato finalmente la via della santità, ha di nuovo prodotto
Santi capaci di fare Miracoli: anche se non sempre sono tutti con la “M” maiuscola.

Non può che trattarsi di Miracolo, se improvvisamente e in un solo mese, l’Amministrazione ha scovato ben 15.000 evasori della tassa dei rifiuti solidi urbani. (Ma come mai negli anni precedenti non era venuto in mente di effettuare questo tipo di controlli?) Certo bisognerà vedere se sono evasori “nuovi”, freschi, potenziali paganti o se si tratta dei soliti evasori cronici, veramente squattrinati o finti squattrinati, che vengono periodicamente “scoperti” – con ampio risalto – salvo poi ad accertare che sarebbero più i costi da sostenere per il contenzioso che quelli che si potrebbero ricavare da essi.
 

Un “miracolo” – ma con la m minuscola, proprio piccola piccola – è quello che ha fatto un gruppo di esperti, su richiesta dell’Assessorato al Bilancio, che dopo aver elaborato i dati ha confermato che a Catania l’evasione dell'insieme delle tasse comunali ha raggiunto livelli enormi. L’ammontare complessivo – considerando l’ICI, la Tarsu, Tosap, pubblicità - si aggirerebbe sui 25 milioni di euro l’anno. (Ma ci voleva un gruppo di esperti per notare nelle casse comunali un buco di 50 miliardi delle vecchie lire l’anno?).
 

Un altro “miracolo”, anche questo con la m minuscola, è l’essersi resi conto, dopo un’indagine, che il patrimonio comunale è una risorsa non sempre opportunamente sfruttata, anzi. Dopo aver speso somme considerevoli in affitti passivi si scopre, ad esempio, che tra gli edifici scolastici di proprietà comunale, c’è la scuola "Recupero" che ha 35 aule di cui solo 3 utilizzate, e la sua succursale ne ne ha 40 e solo 9 occupate, mentre una succursale della "Manzoni"  ne ha 31 e occupate 6, e così via. La parola d’ordine oggi sembra essere “razionalizzare veramente”, ma fino a poco tempo fa la finanza creativa portava a soluzioni diverse e talvolta curiose, come quella di  affittare l'edificio al faro Biscari  per risolvere il problema degli affitti per gli  uffici comunali (appena 750 mila euro l’anno!).

E' lecito pensare: se il patrimonio è una risorsa, perché venderlo? O, se è necessario vendere alcune cose, perché non venderle subito, magari mettendole all'asta per ricavarne il massimo, invece di metterle a garanzia di debiti che comportano forti somme da pagare e altrettanto pesanti interessi? Perché sono stati acquistati interi edifici (es. via Bernini), senza un immediato utilizzo degli stessi?
 

Miracolo”, questo con la m maiuscola, è quello fatto dall’Assessore Tafuri che dopo alcune verifiche si è detto convinto (e ci si augura si adottino quanto prima i necessari correttivi) che “[…] se interverremo su Partecipate, Servizi Sociali, Tributi e Patrimonio immobiliare potremo recuperare qualcosa come 80-90 milioni l’anno. (Anche se, indirettamente, questo vuol dire che se non ci fosse stata l’”emergenza dissesto” si sarebbero continuato a sperperare cifre enormi ogni anno).
 

Non sono state certo rassicuranti le dichiarazioni del Sindaco sul fatto che, anche se la situazione debitoria del Comune arriva alla cifra considerevole di 186 milioni (l’on. Licandro contesta questo dato affermando che gli ispettori ministeriali ne hanno accertati molti di più) si tratta di un debito affrontabile, perché sul fronte dei crediti ci sono circa 150 milioni da ricevere dalla Serit e 22 mila domande di sanatoria che dovrebbero permettere di incassare circa 50 milioni.
Il problema è che questi ultimi non sono esigibili subito ma realisticamente ci vorranno almeno  dieci anni (tra istruzioni, ricorsi, ecc.) e
con la Serit il discorso sembra paradossale, perché potrebbe essersi creata la situazione di dover far fronte alla mancanza di liquidità delle casse comunali, per non avere ricevuto dalla Serit i soldi versati dai contribuenti catanesi.

 

Ci auguriamo tutti, per il bene della nostra città, che i suoi amministratori,  "fulminati sulla via di Damasco", prendano davvero sul serio la situazione; e siamo certi che un'amministrazione virtuosa della Cosa Pubblica, potrà contare lungo la strada sulla collaborazione, la sensibilità  e la partecipazione della cittadinanza. 

 

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