Appunti  

 

 

Programma F.A.I. 2009

 

Il 30 gennaio u. s. è stato presentato nella severa ma suggestiva sede del Museo Diocesano, il programma del F.A.I. (Fondo per l’Ambiente Italiano) per il primo semestre del 2009. Dopo i saluti dell’assessore ai Beni Culturali di Catania dott. Fabio Fatuzzo e dell’on. Nino D’Asero, vice presidente della Commissione Bilancio e Programmazione dell’ A. R. S. , ha preso la parola la responsabile del F.A.I. e provincia la preside Antonella Mandalà che, con passione ed efficienza manageriale, ha reso viva e vitale la suddetta fondazione nella nostra città ed ha illustrato il programma che, diciamo subito, si presenta folto di iniziative e vario nelle sue manifestazioni. I consueti incontri, questo semestre, si incentreranno su vere e proprie lezioni di storia dell’arte tenute, come sempre, dalla socia prof.ssa Teresa Di Blasi che, già lo scorso anno, aveva avvinto i soci per le sue interessanti e appassionate incursioni nel mondo dell’arte.


Visite a mostre e siti di Catania e provincia si alterneranno a passeggiate, gite e, soprattutto, ad un breve viaggio – nel week-end del I° Maggio, per visitare i beni del F.A.I:: in Lombardia. Il programma si arricchisce di due concerti, uno nella Chiesa dei Minoriti in occasione della Pasqua tenuto dall’orchestra AdSidera Ensemble diretta dal M° Luigi Arena e il secondo al Lido dei Ciclopi con l’orchestra giovanile Riviera dei Ciclopi che già avevamo apprezzato la scorsa stagione. In ultimo ha preso la parola il Sopraintendente ai Beni Culturali di Catania, architetto Gesualdo Campo che ha lamentato la mancata apertura di due sale del Castello Ursino dove sono accatastati preziosi reperti e interessanti collezioni sottolineando inoltre come Catania sia una città senza un museo civico.

 

Questa constatazione mi ha fatto riflettere su due aspetti della questione. In primo luogo una domanda: chi o che cosa impedisce l’apertura di queste sale? Siamo rimasti all’oscuro e rimaniamo in attesa di risposta!

Seconda domanda: qualcuno si è mai domandato perché Catania non ha un museo? Io mi sono data una risposta: ma perché il catanese, nel suo DNA, pur avendo dato e tuttora dà, insigni artisti – pittori e scultori – non ama le arti visive mentre ama altre due arti: musica e teatro. Basta guardarsi attorno o dare un’occhiata alla pagina degli spettacoli per rendersi conto della numerosa e varia presenza di teatri e compagnie teatrali, più o meno professionali, e di eventi musicali. Per il teatro c’è una vasta gamma, dal Teatro Stabile a quello dialettale, al cabaret, al teatro leggero, ai teatri d’avanguardia o di nicchia e così per la musica, dalla lirica al Jazz, dall’operetta al Pop, è tutto un fiorire di serate e di artisti noti anche in campo internazionale. E teatri e sale di musica hanno tutti un loro pubblico, giovani e anziani, di alta o media cultura, famiglie intere o single, tutti accomunati dall’identica passione che è nel loro DNA.

 

Questo è il mio parere ed è per questo che – sottovoce – suggerisco all’infaticabile Antonella Mandalà di non demordere nella richiesta di un museo delle arti figurative e dare un po’ più di spazio alla musica e al teatro magari con delle conversazioni su come si ascolta una sinfonia o come ci si accosti ad uno spettacolo.