Storia del Rugby a Catania

 

di Salvo 
Marino
 

Il rugby a Catania arriva negli anni trenta con i giovani balilla. Successivamente dopo la pausa bellica, nei primi anni cinquanta, spuntò il "Giglio Bianco", squadra formata da ragazzi che giocavano anche a pallanuoto. Questo binomio fu mantenuto anche negli anni successivi. A metà degli anni cinquanta nasce il Cus Catania, composto solo ed esclusivamente da universitari, e la Ciclope che però partecipa solo a campionati giovanili.

Nella Ciclope iniziano personaggi come Renato Papa, oggi Procuratore della Repubblica, Angelo Piazza, noto professionista ed ex arbitro di rugby, Carlo Guida etc.. Nel Cus Catania iniziano personaggi come Benito Paolone noto politico, Turi Gemmellaro detto "cicalone".

Nei primi anni sessanta la Ciclope viene sciolta ed alcuni componenti della rosa passano al Cus Catania. Contemporaneamente dal Cus uscivano Benito Paolone, Turi Gemmellaro e Santino Granata (responsabile del settore atletica del Cus).

Nel 1963 i fuoriusciti dal Cus fondano l’Amatori, che certamente tra le tante squadre avvicendatesi nel panorama rugbstico catanese è stata la società che ha ottenuto, fino ad oggi, i maggiori successi in campo nazionale. 
Chi scrive si appassionò alla palla ovale assistendo alle "battaglie", nel polveroso Fontanarossa, tra l’Amatori e squadre come il Petrarca, il Rovigo, l’Aquila etc.

Per citare solo alcuni dei giocatori più rappresentativi che hanno fatto la storia dell’Amatori ricordo: Franco Di Maura detto il "Vichingo" per la bionda capigliatura e la notevole stazza, Elio Di Maura fratello di Franco, i fratelli Failla, Mariano Falsaperla, i fratelli Puglisi (Pippo oggi è allenatore del Cus Catania) e tanti, tanti altri.
Nei primi anni settanta, sull’entusiasmo dei buoni risultati dell’Amatori, nascono la Fiamma (costola dell’Amatori) , l’Ardor Sales, per volontà e impegno di Renato Papa e Marcello Salice, e la Libertas Fortino.

Mi piace ricordare quegli anni che furono il mio inizio ed in particolare le trasferte fatte con l’Ardor Sales a Palermo contro il Cus Palermo: il pullman che ci metteva a disposizione Don Naselli (responsabile del settore sportivo dei Salesiani di San Filippo Neri) era quello destinato ai bambini e Lorenzo Guglielmino (sfiorava i 140 Kg) aveva grosse difficoltà a trovare posto. Arrivati a Palermo un paio d’ore prima della partita si pranzava con degli enormi arancini fritti, che sommati alle non eccessive qualità tecniche, ci facevano accumulare punteggi da pallacanestro. Il ritorno a Catania iniziava con la classica fermata alla circonvallazione di Palermo per assaggiare un po’ di "stigliola" per poi proseguire sul cosiddetto "pullman" con sfottò e barzellette, dimenticandoci che le avevamo prese in tutti i sensi.

Il 1978 fu un anno importante per il rugby a Catania. Per volontà sempre di Renato Papa, Franco Cimino (ex Amatori) e forse anche del sottoscritto (allora ventenne) fu fondata la "Zagara 1".

Dico un anno importante perché quasi nessuno, a parte i fondatori, avrebbe scommesso una lira sulla possibilità di raggiungere traguardi di una certa rilevanza da parte di questa nuova squadra formata nel parco giocatori dagli ex dell’Ardor Sales e del Misterbianco , che di conseguenza vennero sciolte.

Si stava cercando di organizzare una società con obiettivi importanti, non in contrapposizione all’Amatori ma senza nemmeno essere dipendente dall’Amatori. Se le squadre minori fino ad allora avevano come obiettivo far giocare i ragazzi più promettenti nelle file dell’Amatori, la Zagara aveva come obiettivo il raggiungimento di ambiziosi traguardi e quindi non avrebbe potuto cedere i sui migliori giocatori all’Amatori per riceverne qualche altro ormai su con gli anni.

Si coinvolsero altri ex rugbisti come Angelo Piazza, Angelo Maiorana ed altri, ma la voglia di alcuni dirigenti di raggiungere subito le serie maggiori, anche a costo di far giocare atleti di altre città (Reggio Calabria, Messina, etc) a discapito dei giovani emergenti del vivaio, contro la decisa opposizione di altri che oculatamente avrebbero preferito ritardare di qualche anno le promozioni nelle serie maggiori ma con un "quindici" formatosi nelle giovanili, provocò l’abbandono di molti dei dirigenti e simpatizzanti che nel frattempo si erano avvicinati alla società.

Ricordo che alcuni dei giocatori, di ottimo livello, che hanno dato una grossa mano all’Amatori, provenivano dalle giovanili della Zagara (Giuseppe Beretti, Giovanni e Alessandro Piazza tra i più rappresentativi) dove non venendo adeguatamente valorizzati cercavano di cambiare aria.Ciò nonostante, dopo tanti sacrifici anche economici, la Zagara ha ottenuto prima la serie B e dopo la serie A2 con risultati discreti.

Purtroppo chi ha diretto per anni il rugby a Catania non ha capito, o sarebbe meglio dire, non ha accettato che il rugby, sia in campo internazionale che nazionale, stava trasformandosi da sport dilettantistico a sport professionistico. Infatti, per motivi diversi le due maggiori squadre catanesi sono entrate in crisi: l’Amatori (oggi in serie B) ha perso i suoi migliori atleti che hanno preferito trasferirsi nelle squadre venete, romane o anche estere, che possono o vogliono dare una remunerazione adeguata ad atleti che dedicano gran parte del loro tempo ad allenarsi, come il rugby odierno impone; la Zagara (che peraltro è l’ambiente che conosco meglio per averci giocato per circa 16 anni), del dott. Franco Cimino nelle vesti di "factotum", fu la prima società a riconoscere ad alcuni atleti un "rimborso spese" e ad avere avuto uno straniero sudafricano -contro le critiche dei dirigenti delle altre squadre locali che nascondendosi dietro un dito ritennero un disonore per uno sport dilettantistico avvalersi delle prestazioni di atleti "pagati"- la storia dice che ha avuto ragione. Alcuni anni dopo chi criticava si affidò alle prestazioni di sud-africani, neozelandesi e argentini.
Ritornando alla Zagara, da alcuni anni ha iniziato una parabola discendente che dalla serie A2 l’ha portata all’ultimo posto della serie C1 nel campionato scorso.
CONCLUSIONE
Non sarà facile né per l’Amatori né per la Zagara ritornare ad alti livelli, ma se almeno l’Amatori può sperare in un ottimo movimento giovanile, la Zagara, purtroppo, a mio parere non ha la possibilità di emergere dalle paludi della serie C.
Ritengo però che le potenzialità a Catania sono enormi, ma necessità un cambiamento generazionale dei vari "dirigenti" ed una più idonea attenzione delle istituzioni che hanno il compito di dare i contributi economici per la sopravvivenza di questo sport che nonostante tutto resta sempre uno sport pulito, leale ed educativo.

 

Salvo Marino       
Ingegnere              
ex giocatore "Ardor Sales", 
"Misterbianco" e "Zagara"